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"Più il tempo prosegue verso l'integrazione
del suo disordine,
più l'uomo dovrà progredire verso il suo
obiettivo di Luce"
L.C. de Saint-Martin
Louis-Claude
de Saint-Martin
detto
"Il Filosofo
Incognito"
Nato il 18 Gennaio 1743 ad Amboise, compie, per volere del padre, gli
studi in legge e diviene avvocato; ma non portato per questa professione,
nel 1765 acquisisce un brevetto di ufficiale, come era l'usanza
dell'epoca, ed abbraccia la carriera militare nel reggimento di Foix di
stanza a Bordeaux.
Qui conosce il capitano Grainville che è membro di una Loggia degli
Eletti Cohen e che gli parla entusiasticamente di Martinez de Pasqually e
dei suoi insegnamenti. Farsi presentare al Maestro e riceverne la prima
Iniziazione fu un tutt'uno.
Ben presto Saint-Martin abbandona l'esercito per divenire il segretario
particolare di Martinez percorrendo tutti i gradi dell'Ordine. Insieme
preparano una serie di conferenze destinate ai fratelli lionesi ove
spiccano quelle innate qualità spirituali che in seguito faranno di
Saint-Martin..."colui che fece della filosofia tradizionale il
trampolino della Mistica, la soglia della Teosofia".
Qualche anno dopo incontra Jean Baptiste Willermotz con il quale integrerà
gli insegnamenti di Martinez con la via della ricerca spirituale proposta
da Jakob Böhme delle cui opere è il traduttore.
Nel 1775, spinto più che dalla sua volontà, dal consiglio di quanti gli
sono vicino, pubblica sotto lo pseudonimo di Filosofo Incognito la sua
prima Opera "Degli Errori e della Verità".
Con questo libro, talora enigmatico, Saint-Martin mostra come nella natura
stessa dell'uomo risieda la conoscenza sensibile di una Causa attiva e
intelligente, vera sorgente di allegorie, di misteri, di istituzioni e di
leggi.
A questa prima opera fondamentale seguiranno:
"Quadro naturale dei rapporti che esistono tra Dio, l'uomo e
l'Universo" del 1782;
"L'uomo di desiderio" del 1790;
"Ecce Homo" e "Il nuovo uomo" del 1792;
"Dello spirito delle cose" del 1800;
"Il ministero dell'uomo spirito" del 1802.
L'insieme di queste opere costituiscono un sistema "divinista"
(termine preferito da Saint-Martin a quello di spirituale) che gli hanno
valso l'appellativo di "Novalis Francaise".
Sain-Beuve ha lodato in lui lo scrittore di talento e ha posto alcune
delle sue pagine fra le più belle mai scritte in francese sulla
spiritualità.
Ma gettiamo uno sguardo sulla via da lui ha tracciata nelle sue Opere. Nel
1772 Martinez de Pasqually parte per Santo Domingo dove morirà due anni
dopo e nel 1778 l'Ordine degli Eletti Cohen cessa definitivamente le
operazioni teurgiche. Lo stesso Saint-Martin non resterà fedele alla
dottrina del suo maestro e in seguito se ne discosterà completamente,
senza peraltro rinnegarla, essendo più portato per la "sua" via
mistica che chiamerà "via cardiaca". Fermamente persuaso che
questa sia l'unica percorribile per l'Uomo di Desiderio scriverà in
seguito che questa via.......va ben al di là delle operazioni teurgiche,
con le quali accade che lo spirito si attacca a noi, veglia su di noi, ed
esercita la saggezza e le virtù, senza che noi siamo nè saggi nè
virtuosi, poichè allora questo spirito ci è unito soltanto
esteriormente, ed opera spesso anche queste cose a nostra insaputa, il che
ci mantiene nell'orgoglio ed in una falsa sicurezza, più pericolosa
forse, delle nostre debolezze e dei nostri traviamenti che ci richiamano
all'umiltà........
Ed ancora........Quando l'uomo, cessando di fissare gli occhi sugli esseri
sensibili e corporei, li riconduce sul suo proprio essere e nell'intento
di conoscerlo fa uso con cura delle sue facoltà intellettuali, la sua
vista acquista un'estensione immensa, concepisce e tocca, per così dire,
raggi di luce che sente essere fuori di lui, ma di cui sente pure
l'analogia con se stesso; idee nuove discendono in lui, ma è sorpreso,
ammirandole, di non trovarle affatto estranee. Ora, vi vedrebbe egli tanti
rapporti con se stesso se la loro sorgente e la sua non fossero simili? Si
troverebbe così bene e così soddisfatto alla vista dei barlumi di verità
che gli si trasmettono, se il loro principio ed il suo non avessero la
stessa essenza? E' questo che ci fa riconoscere che, essendo il pensiero
dell'uomo simile a quello dell'Essere Primo e a quello della Causa attiva
ed intelligente, deve esservi stato tra essi una corrispondenza perfetta
fin dal momento dell'esistenza dell'uomo........
Quindi è dal pensiero dell'uomo, fortificato dalla volontà, che deve
partire il seme della preghiera per poi sgorgare dal cuore, il vero centro
che conduce alla catarsi......."perchè è nel pensiero dell'uomo che
si trova la gloria del Signore......".
E, in una lettera ad un amico: "La sola iniziazione che predico e
cerco, con tutto l'ardore della mia anima, è quella tramite cui possiamo
entrare nel cuore di Dio e far entrare il cuore di Dio in noi, per
realizzare un matrimonio indissolubile che fa di noi l'amico, il fratello
e lo sposo del nostro Divino Riparatore. L'unico mezzo per arrivare a
questa Santa Iniziazione è spingersi sempre più negli abissi del nostro
essere e non mollare la presa finchè non siamo giunti a trarne la vivente
e vivificante radice".
Queste parole ci rivelano molto chiaramente come l'uomo di desiderio debba
agire anche per la via interiore (o "via cardiaca" come
Saint-Martin soleva chiamarla), oltre che per la via operativa
precedentemente indicata da Martinez.
Riportato in maniera schematica, il metodo di Saint-Martin può essere così
descritto: la Sophia (saggezza) si sviluppa solo nell'incontro
dell'individuo con la propria sensibilità che si nasconde nelle tenebre
interiori, precisando che questa sensibilità si apre al Divino e al
cosmico insieme combinando la spiritualità alla volontà: quest'ultima
fornisce la "materia" su cui la prima verrà conquistata tramite
"l'apertura del centro spirituale".
Il suo fascino oratorio e la ricercatezza delle sue idee gli aprirono le
porte dei salotti aristocratici di Parigi; il Maresciallo di Francia
Richelieu lo prese sotto la sua protezione, le più belle dame si
invaghirono di lui. Ma Saint-Martin restò celibe, e a quanti gli
domandavano il perchè della sua scelta rispondeva: "vengo da un
paese senza donne". Così scrive di lui il barone di Gleichen che lo
conobbe: "...era bello, giovane e attraente, non aveva affatto
l'aspetto di un filosofo, sembrava invece un giovane santo, la sua
devozione, la sua profonda riservatezza e la castità della sua vita
sembravano quasi eccessive in un giovane della sua età."
Tranne l'iniziale appartenenza agli Eletti Cohen rifiutò sempre di
aderire a qualsiasi associazione poichè sentiva vivamente la missione di
insegnare la via dell'iniziazione solitaria ed individuale. Si circondò
solo di un ristretto numero di amici che in seguito vennero indicati con
il nomignolo affettuoso di "Gli intimi di Saint-Martin".
Per Saint-Martin la via della verità può aprirsi a tutti i veri
cristiani che elevano il proprio pensiero attraverso la meditazione e la
preghiera "cardiaca". Con questo egli non illegittima il
sacerdozio cristiano, ma ritiene che, indipendentemente da questo,
l'istituzione del Cristo può operarsi con la fede sincera nei meriti e
nei poteri del Redentore, o come lui lo definisce, del Riparatore.
Occorre però chiarire che per Saint-Martin il cristianesimo non va
confuso con il cattolicesimo; ecco quanto scrive ne Il Ministero
dell'Uomo-Spirito:
"Il cristianesimo è non solamente anteriore al cattolicesimo, ma
anche al termine "cristianesimo" stesso; infatti la parola
"cristiano" non è pronunciata una sola volta nel Vangeli. Lo
spirito però di questa parola è chiaramente in esso espresso e consiste
secondo Giovanni (1:12) nel "potere di diventare figli di Dio"
accogliendo in sè il Verbo, e secondo Marco (16:20) "operando con
lui".
Ecco dunque un quadro delle differenze del cristianesimo dal
cattolicesimo.
Il cristianesimo non è che lo spirito stesso di Gesù-Cristo nella sua
pienezza, e dopo che questo divino Riparatore ebbe salito tutti i gradini
della missione che ha cominciato ad adempiere fin dalla caduta dell'uomo,
promettendogli che la razza della donna avrebbe schiacciato la testa del
serpente. Il cristianesimo è il compimento del sacerdozio di Melchisedec;
è l'anima del Vangelo, è esso che fa circolare in questo Vangelo tutte
le acque vive di cui le nazioni hanno bisogno per dissetarsi.
Il cattolicesimo. al quale appartiene propriamente il titolo di religione,
è la via di prova e di travaglio per arrivare al cristianesimo.
Il cristianesimo è la regione dell'affrancamento e della libertà: il
cattolicesimo non è che il seminario del cristianesimo; è la regione
delle regole e della disciplina del neofita.
Il cristianesimo riempie tutta la terra alla pari dello spirito di Dio. Il
cattolicesimo non riempie che una parte del globo, sebbene il titolo che
porta, si presenti come universale.
Il cristianesimo porta la nostra fede fino nella regione luminosa
dell'eterna parola divina; il cattolicesimo circoscrive questa fede ai
limiti della parola, scritta o delle tradizioni.
Il cristianesimo dilata ed estende l'uso delle nostre facoltà
intellettuali. Il cattolicesimo racchiude e circoscrive l'esercizio di
queste stesse facoltà.
Il cristianesimo ci mostra Dio apertamente nel seno del nostro essere,
senza il soccorso di forme e di formule. Il cattolicesimo ci lascia alle
prese con noi stessi per trovare il Dio nascosto sotto l'apparato delle
cerimonie.
Il cristianesimo non ha misteri, e questo nome stesso gli ripugnerebbe,
poichè per essenza il cristianesimo è l'evidenza e l'universale luce. Il
cattolicesimo è pieno di misteri, e riposa solamente su una base velata.
La sfinge può esser posta sulla soglia dei templi costruiti dalla mano
degli uomini; non può risiedere sulla soglia del cuore dell'uomo, che è
la vera porta d'entrata del cristianesimo.
Il cristianesimo è il frutto dell'albero; il cattolicesimo non può
esserne che il concime.
Il cristianesimo non produce nè monasteri nè anacoreti. perchè non può
più isolarsi quanto la luce del sole, e perchè cerca come essa di
diffondere ovunque il suo splendore. E' il cattolicesimo che ha popolato i
deserti di solitari. e le città di comunità religiose, gli uni per
abbandonarsi più fruttuosamente alla loro salvezza particolare, gli altri
per offrire al mondo corrotto alcune immagini di virtù e di pietà che lo
risvegliasse nella sua letargia.
Il cristianesimo non ha alcuna setta, poichè abbraccia l'unità, e l'unità
essendo sola, non può essere divisa da se stessa. Il cattolicesimo ha
visto nascere nel suo seno delle moltitudini di scismi e di sette che
hanno portato avanti più il regno della divisione che quello della
concordia; e questo cattolicesimo stesso, allorchè si crede nel più
perfetto grado di purezza, trova a fatica due dei suoi membri di cui la
credenza sia uniforme.
Il cristianesimo non avrebbe mai fatto crociate: la croce invisibile che
porta nel suo seno non ha per obiettivo che la consolazione e la felicità
di tutti gli esseri. E' una falsa imitazione di questo cristianesimo, per
non dire di più, che ha inventato queste crociate; è poi il
cattolicesimo che le ha adottate: ma è il fanatismo che le ha comandate;
è il giacobinismo che le ha composte; è l'anarchismo che le ha dirette;
ed è il brigantismo che le ha eseguite.
Il cristianesimo ha suscitato la guerra solamente contro il peccato: il
cattolicesimo l'ha suscitata contro gli uomini.
Il cristianesimo procede solamente attraverso esperienze certe e continue:
il cattolicesimo procede solamente attraverso le autorità e le
istituzioni. Il cristianesimo non è che la legge della fede; il
cattolicesimo non è che la fede della legge.
Il cristianesimo è l'installazione completa dell'anima dell'uomo al rango
di ministro e di operaio del Signore; il cattolicesimo limita l'uomo alla
cura della propria santità spirituale.
Il cristianesimo unisce incessantemente l'uomo a Dio, come essenti, per
loro natura, due esseri inseparabili; il cattolicesimo, impiegando
talvolta lo stesso linguaggio, nutre tuttavia l'uomo di tante forme, che
gli fa perdere di vista il suo scopo reale, e gli lascia prendere o anche
gli fa contrarre numerose abitudini che non tornano sempre a profitto del
suo vero avanzamento.
Il cristianesimo riposa immediatamente sulla parola non scritta; il
cattolicesimo riposa in generale sulla parola scritta, o sul Vangelo, e
particolarmente sulla messa.
Il cristianesimo è un'attiva e perpetua immolazione spirituale e divina,
sia dell'anima di Gesù-Cristo, sia della nostra. Il cattolicesimo, che si
basa particolarmente sulla messa, non offre in quella che un'immolazione
ostensibile del corpo e del sangue del Riparatore.
Il cristianesimo può essere composto solamente dalla razza santa che è
l'uomo primitivo, o dalla vera razza sacerdotale. Il cattolicesimo, che si
basa particolarmente sulla messa, non era al momento dell'ultima Pasqua
del Cristo, che ai gradi iniziativi di questo sacerdozio; perchè quando
il Cristo celebrò l'Eucaristia con i suoi apostoli, e disse loro: Fate ciò
in memoria di me, essi avevano già ricevuto il potere di scacciare i
demoni, di guarire i malati, e di resuscitare i morti; ma non avevano
ancora ricevuto il compimento più importante del sacerdozio, poichè la
consacrazione del sacerdote consiste nella trasmissione dello Spirito
Santo, e lo Spirito Santo non era ancora stato dato, perchè il riparatore
non era ancora stato glorificato (Giovanni: 7, 39).
Il cristianesimo diviene un continuo accrescimento di luci, fin
dall'istante che l'anima dell'uomo vi è ammessa; il cattolicesimo, che ha
fatto della santa cena il più sublime e l'ultimo grado del suo culto, ha
lasciato i veli estendersi su questa cerimonia, ed anche, come ho
osservato parlando dei sacrifici, ha finito con l'inserire nel canone
della messa i vocaboli Mysterium fidei, che non sono nel Vangelo, e che
contraddicono l'universale lucidità del cristianesimo.
Il cristianesimo appartiene all'eternità; il cattolicesimo appartiene al
tempo.
Il cristianesimo è la meta; il cattolicesimo, malgrado la maestà
imponente delle sue solennità, e malgrado la santa magnificenza delle sue
ammirabili preghiere, non è che il mezzo.
Infine, è possibile che vi siano molti cattolici che non possano
giudicare ancora ciò che è il cristianesimo; ma è impossibile che un
vero cristiano non sia in condizione di giudicare che cos'è il
cattolicesimo, e ciò che dovrebbe essere.
Allorchè si attribuisce al cristianesimo il merito dei progressi delle
arti, e particolarmente del perfezionamento della letteratura e della
poesia, gli si attribuisce un merito che questo cristianesimo è ben lungi
dal rivendicare. Non è per insegnare agli uomini a fare dei poemi, ed a
distinguersi con incantevoli produzioni letterarie, che la parola è
venuta al mondo; essa vi è venuta, non per far brillare lo spirito
dell'uomo, agli occhi dei suoi simili, ma per far brillare lo spirito
eterno ed universale agli occhi di tutte le immensità".
Louis Claude de Saint-Martin muore ad Aunay nei pressi di Sceaux, nella
residenza del conte Lenoir La Roche, suo amico "intimo", il 13
Ottobre 1803.
(Scarica "Cenno
Biografico" di G.B.M. Gence e Le
Dieci Preghiere)
Martinez
de Pasqually

Il
Martinismo trova la sua prima formulazione negli insegnamenti di Martinez
de Pasqually. Nobile di origine espano-ebraica nasce a Grenoble nel 1727
e, giovanissimo, mostra uno spiccato interesse per lo studio della
Tradizione Esoterica Occidentale tanto da spingersi ad intraprendere
numerosi viaggi in Egitto e Palestina allo scopo di approfondire le sue
conoscenze direttamente nei luoghi ove tale Tradizione era viva.
Nel 1758, a conclusione delle sue ricerche e dalle conoscenze acquisite,
fonda in Francia l'Ordine dei Cavalieri Eletti Cohen
dell'Universo e nel 1764 la Loggia Madre "La Perfection Elue
Ecossaise" che nel 1765 viene riconosciuta regolare dalla Gran Loggia
di Francia.
L'Ordine degli Eletti Cohen era inizialmente un Ordine considerato
sacerdotale (cohen in ebraico significa sacerdote)
che basava la sua dottrina sul "Trattato della Reintegrazione
degli Esseri nelle loro primitive Proprietà, Virtù e Potenza Spirituali
e Divine", unico trattato manoscritto da Martinez che veniva
dato ai soli Iniziati per farne copia, unitamente ad una Teurgia e a delle
Regole alle quali dovevano attenersi per compiere al meglio i riti
stabiliti. L'Ordine quindi forniva ai propri membri tutti gli elementi
magico-teurgici indispensabili ad operare con la massima precisione.
Ma qual'era la dottrina di Martinez? Fondata essenzialmente sulla Kabbalah
e sulla figura centrale del Cristo, Martinez abbraccia la tesi gnostica
secondo la quale gli esseri emanati dal Principio Creatore furono
precipitati a causa della prevaricazione di "Adamo". Essi
necessariamente si dovranno riconciliare con Dio in vista della
reintegrazione finale. Altro punto fermo del "Trattato" è
questo: tra l'uomo e il suo Principio Creatore esiste tutta una gerarchia
di esseri non corporei e tra questi ve ne sono molti malvagi e
prevaricatori.
Per la sua ascesa l'uomo non deve solo divenire il signore di se stesso
eliminando la sua natura inferiore e dirigendo il suo essere profondo
verso il Divino, ma deve anche combattere contro ogni tentativo delle
entità decadute che cercano di spingerlo verso gli impulsi inferiori del
mondo delle sensopercezioni.
Negli insegnamenti di Martinez e nelle sue tecniche teurgiche, il Choen
prende contatto con "forze" sempre più sottili ed elevate per
ascendere di "regione spirituale" in "regione
spirituale" verso il Pleroma iniziale, agendo sempre in nome e per
intercessione del Cristo.
In uno scritto del 1899 Papus così chiarisce: "Martinez
accoglieva nella sala delle sedute coloro che gli chiedevano la Luce.
Tracciava i cerchi rituali, pregava umilmente e con fervore agendo sempre
in nome del Cristo, così come ne hanno fatto testimonianza tutti coloro
che hanno assistito alle sue operazioni e come attestano anche tutti i
suoi scritti. Allora gli Esseri Divini apparivano, sempre in piena luce.
Questi Esseri agivano e parlavano: impartivano insegnamenti elevati,
invitavano alla preghiera e al raccoglimento, e ciò senza medium in
trance, senza estasi nè allucinazioni morbose. Quando l'operazione era
terminata e gli Esseri erano congedati, Martinez dava ai presenti il mezzo
per arrivare a ottenere, da soli, i medesimi risultati. Solamente dopo che
essi avevano ottenuto, da soli, l'assistenza dell'Invisibile, Martinez
assegnava loro il grado che gli competeva."
Da dove proveniva la dottrina di Martinez? Per la scarsità di
documenti dell'epoca non è possibile dare una risposta certa a questa
domanda, anche se molti autori del suo tempo asseriscono che Martinez
parlava spesso di un Maestro personale lasciando chiaramente intendere che
si trattava di un Maestro invisibile. D'altronde erano a tutti noti i
poteri psichici che aveva acquisito; si dice che in punto di morte (si
trovava a Santo Domingo) sia apparso alla moglie a Bordeaux e le abbia
rivolto un saluto attraversando la stanza.
Per concludere questo breve excursus su Martinez de Pasqually possiamo
sinteticamente dire che:
1) - la sua era senza alcun dubbio una dottrina Tradizionale;
2) - la rigenerazione che procrastinava era di natura
gnostica-ermetica-kabbalistica;
3) - è chiaramente indicata una via e una tecnica affinchè il profano
possa uscire dalle tenebre interiori in gradi successivi;
4) - il "suo" Cristo è un Principio totalmente differente da
quello storico così come descritto comunemente.
A questo va aggiunta una citazione di L.Mallinger in "Grandeur et
evolution du Martinisme": "...Qualunque sia la parentela
del suo insegnamento e delle sue pratiche con certi scritti kabbalistici,
i quali mutuano dalla Scuola di Alessandria, tutto ciò ci permette di
pensare che la vera Tradizione del Martinismo è un fiore complesso il cui
stelo è rappresentato dalla Kabbalah, ma le cui radici si prolungano
profondamente nell'antico terreno teurgico egiziano e greco".
Nel 1772 Martinez de Pasqually lascia la Francia alla volta di Santo
Domingo ove fonda a Port au Prince un "Tribunale Sovrano" per
quella colonia. Le sue ultime fatiche sono lo Statuto Generale dell'Ordine
ed un rituale per l'Iniziazione delle donne. Lascia il corpo fisico il 20
Settembre 1774.

La
"Figura Universale" di Martinez de Pasqually
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